Quale è la relazione tra il DIRITTO ALL’ABILITAZIONE e il DIRITTO ad esercitare le LIBERTA’ PERSONALI? (come il diritto di scegliere e di rifiutare)

Bilanciare questi diritti è una questione tanto importante quanto delicata. Bannerman e colleghi (1990) offrono un’analisi interessante di cui proponiamo una breve sintesi e traduzione. Con lo scopo di un’abilitazione efficiente i servizi spesso esercitano un forte controllo sulle vite dei loro utenti. Ad esempio scelgono gli obiettivi abilitativi, determinano le routine giornaliere e stabiliscono il momento in cui la persona può godere di attività preferite e piacevoli per sé. Gli autori evidenziano come la letteratura sostenga che gli individui preferiscono situazioni in cui hanno possibilità di scelta, inoltre sembra che la scelta possa avere benefici: riduce i comportamenti inadeguati e aumenta la partecipazione. Quindi, proseguono gli autori, abilitazione e diritto alla scelta non devono essere visti come obiettivi conflittuali: INSEGNARE A SCEGLIERE, nonostante sia necessario maggiore investimento di tempo e di risorse, può facilitare l’abilitazione, incrementando il livello di soddisfazione e la volontà di partecipazione. In conclusione, insegnare agli utenti come esercitare la propria libertà dovrebbe essere parte integrante del processo di abilitazione. A mano a mano che gli utenti imparano dovrebbero essere incoraggiati a prendere tante decisioni quante le loro abilità gli consentono di fare (purché queste scelte non siano dannose per se stessi, gli altri o l’ambiente).